HyperFlux_m2g
L'allestimento
vuole raccontare l’architettura e la figura di Terragni, figlia della
rivoluzione industriale, usando i mezzi e il linguaggio della rivoluzione
informatica.
L’ idea nasce dalla volontà di rendere materialmente l’effetto
di navigazione all'interno dello spazio virtuale di un sito web: è
un ipotesi di rappresentazione della “rete”, un database di informazioni
su Terragni.
Gli utenti del sito/allestimento si troveranno immersi in un “liquido
amniotico” fatto di dati, codici e informazioni (effetto ottenuto grazie
all'utilizzo di fumo diffuso e proiezioni), all’interno di una sorta
di tunnel wireframe, metafora dei collegamenti ipertestuali che congiungono
i vari blobs, le pagine del nostro sito.
Il percorso interattivo reagisce alla presenza del visitatore modificando
il suo default di immagini, luci e suoni. All'interno dei blobs (oltre all'esposizione
di immagini, plastici e disegni) installazioni multimediali, sensori e proiezioni
animano la superficie di questi involucri.
Il lucernaio e il deambulatorio della sala centrale verranno schermati da
un grande telo nero: tra questo e le mura della sala verrà disposta
una rampa per l’accesso all’allestimento vero e proprio, e sulle
pareti di questo spazio di risulta saranno proiettate le prime informazioni
riguardanti l'allestimento dedicato a Terragni.
La rampa conduce nel primo blob dell’ allestimento, l’homepage,
punto di passaggio e di relazione tra il mondo reale e quello virtuale, collocato
tra la sala e il tunnel di ingresso. Dall’homepage si può osservare
l’allestimento nel suo insieme, dirigersi verso la sala conferenze o
proseguire verso gli altri blobs.
I blobs sono collegati sia da percorsi realmente utilizzabili e percorribili
dagli utenti, sia da connessioni visive e/o tecnologiche.
Per quanto riguarda la struttura, i gusci carichi di dati sono sorretti da
strutture spaziali a maglie reticolari che si diramano, si sfilacciano e diventano
pozzi di luce collegati al lucernaio in alto.
La visione di tutta l’ area allestita sarà possibile anche dal
ballatoio degli uffici, tramite delle aperture (metafore di schermi) praticate
nel telo di rivestimento nero.